IL PRIMO FATTORE PER LA RIVOLUZIONE DELLA COSCIENZA

(LA MORTE MISTICA)

 

 

 

OBIETTIVO: la decapitazione psicologica.

 

PRESUPPOSTI FONDAMENTALI:

  • sviluppo delle facolta’ dell’Essenza (concentrazione, intuizione, autoosservazione, au-

toricordo, immaginazione cosciente);

 

 La decapitazione psicologica, ovvero l’eliminazione totale e definitiva di una parte degli Aggregati psichici che compongono i complessi egoici, si raggiunge attraverso un paziente lavoro che si avvale di forze fisiche (dell’uomo), psichiche (dell’Essenza) e spirituali (dell’Assoluto). Si tratta di indebolire l’Ego togliendo definitivamente a molti Aggregati tutta la loro energia, in modo che possano poi scomparire per sempre dallo spazio psicologico individuale, liberando l’Essenza prigioniera al loro interno ( risveglio oggettivo, vedi argomento n.1).

In questa impresa, nonostante spesso da varie scuole si pretenda il contrario, le forze umane e psicologiche da sole non bastano: esse, benchè indispensabili, possono svolgere solo un lavoro preparatorio. L’eliminazione vera e propria dell’Aggregato richiede forze infinitamente superiori a quelle psicologiche, che sono le forze spirituali dell’Assoluto. Da qui, la necessità che il ricercatore, prima di affrontare la pratica della decapitazione, abbandoni definitivamente la concezione materialistica, energetica, della realtà e riesca ad accedere, attraverso l’acqusizione di una stabile coscienza animica, all’esperienza mistica dello Spirito nei suoi molteplici aspetti.

Fondamentale sarà anche la possibilità concreta di indagine sull’Ego attraverso le forze dell’Essenza risvegliata, esercitate non solo nel corso di pratiche a ciò appositamente designate (retrospezione, concentrazione, immaginazione cosciente), ma anche, istante per istante, durante la vita attiva (intuizione, autoricordo, autoosservazione).

Sarà inoltre indispensabile acquisire una consuetudine con la pratica della meditazione in tutti i suoi livelli. In quelli inferiori, per apprendere il linguaggio della mente interiore; in quelli superiori, per fare l’esperienza mistica dei mondi spirituali ed entrare in contatto con le manifestazioni più dirette e più pure dell’Assoluto.

 

 LA PRATICA DEL PRIMO FATTORE

Rispetto alle forze in gioco, la pratica del primo Fattore può essere quindi suddivisa in tre momenti successivi: il momento fisico, il momento psichico e il momento spirituale.

 

MOMENTO FISICO

Scelto un luogo tranquillo (può essere una stanza appositamente riservata alla pratica della meditazione, ma anche un posto silenzioso della casa in cui si abbia la certezza di non essere disturbati), assunta la posizione adatta (qualunque posizione è buona, purché compatibile con l’immobilità assoluta del corpo anche per diverse ore) e completato il rilassamento (un perfetto rilassamento è indispensabile per eseguire questa pratica, in quanto ogni tensione del corpo fisico, per quanto piccola, alla lunga genera dolore e distoglie dalle esperienze psichiche e spirituali), si invocherà l’aiuto della Madre Divina Individuale, il cui atomo risiede nel cuore, e ci si concentrerà profondamente sulla percentuale di Essenza libera. Dallo stato di concentrazione si passerà quindi, gradualmente, a quello di meditazione, con il corpo fisico nell’assoluto riposo dei cinque sensi, dei cinque centri inferiori e della mente attiva.

 

MOMENTO PSICHICO

Non si può raggiungere questo momento con la volontà attiva dell’Ego. Il momento psichico giunge da solo ad fuori dal tempo. In esso, è l’Essenza a condurre la pratica. Certamente, la facilità o la difficoltà di ingresso in questo momento dipende dal livello dell’Essere di ciascuno e dalla capacità di stare in autoricordo e in autoosservazione durante la vita di ogni giorno, vigilando sul processo di identificazione. Prima o poi (non è detto che ciò avvenga nel corso di una sola pratica) si sveglierà l’immaginazione cosciente e, davanti all’Essenza libera, in modo assolutamente spontaneo, comparirà l’Aggregato da eliminare. Inizia in questo modo la prima fase del momento psichico, quella dell’osservazione.

 

Si osserva. In questa fase, l’Essenza osserva l’Aggregato per quello che è, un mostro, un demonio, e come tale se lo raffigura attraverso l’immaginazione cosciente (passiva e spontanea) fino a provarne schifo e ribrezzo. L’Aggregato può presentarsi nella forma di un animale, di una figura mitologica, di un essere spaventoso. Esso è la personificazione del nostro difetto, la causa del nostro dolore o della nostra effimera gioia. Esso emana un caratteristico odore e possiede un caratteristico sapore ecc..

Tale osservazione ha i requisiti dell’esperienza oggettiva. Come uno scienziato, il ricercatore, attraverso l’Essenza, compie le proprie indagini senza alcun coinvolgimento emotivo: la macchina organica giace nell’assoluto riposo dei centri inferiori, e soltanto la Mente interiore agisce, studiando con distacco tutte le diverse espressioni dell’Aggregato e tutti i suoi comportamenti. Esso viene osservato nei suoi effetti nei confronti del centro intellettuale, emozionale, motore, istintivo e sessuale: che pensieri suscita, che stati d’animo provoca, che azioni fa compiere, che malattie o disordini produce nel corpo fisico.

Quando il difetto ha assunto una chiara e precisa connotazione, è ben inquadrato nelle sue più piccole caratteristiche, forme, dimensioni, quando sono chiari tutti i suoi più piccoli comportamenti, allora si entra gradualmente in una fase di osservazione più profonda ed analitica: l’Aggregato viene compreso ed osservato, nei suoi dettagli, anche dal punto di vista storico (fase dell’ analisi storica e della comprensione dell’Ego). E’ una fase che può durare a lungo, anche molte ore, e che può richiedere anche molteplici sessioni di lavoro. Quando quel certo difetto ha dominato in me l’ultima volta? In quale situazione? Assieme a quali persone? In quali precise circostanze? Perchè mi trovavo là? Cosa ho fatto per contrastarlo? Ero in Autoricordo, in Autoosservazione? Queste domande, per esempio, possono sorgere spontaneamente nella Mente interiore. E ancora: quali altri Aggregati entrarono nella scena? Da chi vennero rappresentate veramente le commedie o le tragedie? Oltre al principale, quali altri difetti vi presero parte? E come possono collegarsi tra loro tutti questi diversi aggregati della mente? Quali furono le conseguenze da essi prodotte? Quanto più approfondita sarà l’analisi, tanto più completa sarà la comprensione del difetto e tanto meglio riuscirà la pratica. Analisi superficiali non conducono a nulla, sono inodori, insapori, inconsistenti. L’acqua superficiale è putrida, fangosa, e si asciuga facilmente. L’analisi dell’Ego ha viceversa bisogno di acqua molto profonda e limpida, di grande capacità introspettiva, di grande costanza, pazienza, capacità di cogliere il dettaglio.

Successivamente, l’Aggregato verrà analizzato nel tempo, retrospettivamente. Quando mi ha dominato altre volte? Quando è stato? In quale occasione? In quale circostanza? Con chi ero? ecc. ecc., fino ad indagare verso i confini della memoria. Quando questo difetto è comparso per la prima volta in me? Quanti anni di vita avevo? Quanti mesi? Quanti giorni? Analizzato e compreso il difetto in tutti i suoi più piccoli dettagli, sarà allora possibile il passaggio alla fase successiva, quella del giudizio.

 

Si giudica. Ora il difetto possiede un nome ben preciso e sta davanti al ricercatore in tutta la sua reale consistenza. Egli l’ha esplorato, lo conosce, ne riconosce le precise responsabilità. Quel mostro gli fa orrore, la sua presenza gli è insopportabile e, rivedendo retrospettivamente gli errori compiuti nel corso della propria vita per causa sua, comincia a provare, forse per la prima volta, un pentimento sincero.

Egli ora è finalmente più forte di quel mostro: è in grado di raccogliere le prove della sua colpevolezza e di formulare nei suoi confronti dei precisi capi di imputazione. Nei mondi interni si apre un vero e proprio "dossier", in cui vengono trascritte e registrate meticolosamente tutte le responsabilità dell’Aggregato, responsabilità oggettive, inconfutabili: nel corso delle indagini, in ogni occasione di "reato", l’Aggregato è stato infatti colto sempre in situazione di "flagranza".

Terminata così la fase istruttoria, ha inizio il vero e proprio processo. Le prove vengono esibite ai giudici alla presenza dell’accusato che, seduto al banco degli imputati, tenta la sua estrema difesa. Con fare insinuante, arrogante o timoroso cerca di giustificarsi: che male c’è, lo fanno tutti, l’ho fatto a fin di bene, per noia, per divertimento, per disperazione. Ma la Giustizia Cosmica agisce con obiettività assoluta: nessuna pietà per l’Aggregato; è l’Essenza prigioniera nel suo interno, già punita abbastanza, a meritare misericordia, a meritare di unirsi finalmente al 3% che ora sta per cogliere i frutti del suo paziente lavoro.

Viene emessa la sentenza inappellabile e l’imputato la ascolta suo malgrado: condanna a morte.

ESEMPIO DI DOSSIER

 

AGGREGATO (nome) ....................................................................

                    ASPETTO FISICO ..........................................................................

SEGNI PARTICOLARI E CARATTERISTICHE ...........................................

ELENCO STORICO DEI REATI E LORO CONSEGUENZE .........................................

...................................................................................................................

CAPI DI IMPUTAZIONE ............................................................................

PROVE DI COLPEVOLEZZA .......................................................................

DIFESA ....................................................................................................

SENTENZA ................................................................................................

 

 

MOMENTO SPIRITUALE

Si giustizia. Ora ha inizio la terza fase, quella dell’esecuzione. Il ricercatore è sempre raccolto in meditazione profonda e sente a poco a poco crescere in sé la potenza della terza forza, la forza passiva e gratuita dello Spirito. Viene avvolto dalla dolcissima presenza della Madre Divina, che lo riempie di gioia e di amore per tutta l’umanità. Egli la vede nell’aspetto di casta Diana, nell’aspetto cioè di una terribile guerriera armata che, senza esitazione, emanando infinita compassione per l’Essenza prigioniera, colpisce l’Aggregato con la spada (1). Esso, che sembrava invincibile, divenuto improvvisamente fragile, si sgretola sotto gli occhi dell’iniziato. Egli lo vede rimpicciolire sempre più, diventare sempre più bello come un piccolo bambino, fino ad annullarsi e ridursi in polvere cosmica. L’Essenza che era stata prigioniera, finalmente libera, emanando una purissima luce verdeazzurra, va ad unirsi alla percentuale già presente nello spazio psicologico.

 

 

SITUAZIONI DI EMERGENZA: LA DECAPITAZIONE PROVVISORIA

 

Talvolta si verifica la necessità di decapitare un Ego durante la vita attiva, in situazioni in cui non è possibile eseguire la pratica appena descritta. E’ il caso, per esempio, di quando siamo attaccati da un Aggregato d’Ira, o di Invidia, o di Intolleranza, o di Lussuria ecc. mentre svolgiamo il nostro lavoro, o parliamo con una certa persona, o guidiamo l’automobile. Lasciare entrare l’Ego "a briglia sciolta" nel nostro spazio psicologico equivarrebbe ad un disastro; e tuttavia non è possibile, in quei momenti, procedere ad una osservazione e ad un’analisi accurata.

Bisogna dire, anzittutto, che aver scoperto l’Aggregato è già un fatto notevole. La maggior parte delle persone, infatti, è sempre completamente identificata con i propri Aggegati e di conseguenza non si accorge di loro quando si avvicendano meccanicamente nello spazio psicologico. Accorgersi di un Aggregato, significa essere in Autoricordo e in Autoosservazione, e vedremo tra poco come tali facoltà dell’Essenza, se praticate di istante in istante, siano già di per sè sufficienti ad impedire la manifestazione dell’Ego nella psiche (1). E’ però molto difficile esercitare l’Autoosservazione di istante in istante. Per questo, di norma, ci si accorge di un Aggregato solo dopo che esso ha conquistato il potere e ha iniziato la sua opera devastatrice. In questo caso, le forze psicologiche, da sole, non bastano più e occorre far ricorso alle forze spirituali operando una vera e propria decapitazione.

In questo tipo di morte mistica, definita anche morte in marcia o morte in cammino, l’Essenza, per motivi pratici e per così dire "di emergenza", invece di analizzare e di comprendere, semplicemente osserva, e la forza spirituale, rappresentata dalla Madre Divina, viene invocata attivamente non appena il soggetto si accorge della presenza del difetto.

Si tratta di martellare la Madre, di non aver paura ad invocarla incessantemente e con fede, di supplicarla con tutto il cuore affinché incenerisca l’Aggregato e lo riduca in polvere cosmica. "Madre mia, ti prego, ti supplico, ti scongiuro, allontana da me questo difetto, riducilo in polvere, ti prego, ti supplico, ti scongiuro".

In questo modo, anche se non è stato precedentemente compreso a fondo, anche se non si è in grado di dargli un nome preciso, l’Aggregato viene distrutto e scompare dallo spazio psicologico. Ovviamente, il risultato così ottenuto è provvisorio, e deve essere consolidato successivamente non appena possibile con l’esecuzione della pratica vera e propria.

 

STABILIZZAZIONE DEI RISULTATI:

LA TRASFORMAZIONE DELLE IMPRESSIONI

Come il cibo nutre il Corpo Fisico, così le impressioni nutrono lo spazio psicologico. Esse sono un alimento molto importante, di cui non possiamo fare a meno nemmeno per un istante, ed entrano nella psiche attraverso la finestra dei cinque sensi.

Tuttavia, a differenza di quanto avviene per il cibo, le impressioni giungono a noi così come sono, non trasformate, non "digerite", perché l’organo predisposto alla loro trasformazione, riassumibile nel concetto di Autoricordo, pur esistente, è completamente atrofizzato per il disuso.

In questo modo, lo spazio psicologico si riempie di impressioni dense, non trasformate, piene di significati accessori collegati tra loro in modo arbitrario e soggettivo dalla mente, che diventa così, invece che strumento di Conoscenza legittima, strumento di orribile confusione. Un bicchiere di vino si collega a situazioni da osteria, una donna a situazioni di desiderio morboso, un oggetto a situazioni di invidia ecc. ecc.. In pratica, le impressioni non trasformate (e le effigi mentali che esse creano) si collegano continuamente ad Aggregati Psichici, ad Ego, li rafforzano o addirittura li producono, deformando la realtà e rendendola inconoscibile.

E’ logico che, se ci ricordassimo di noi stessi, al vedere una certa persona non proveremmo intolleranza, o ira, o desiderio: vedremo la persona semplicemente per quello che è. Se ci ricordassimo di noi stessi, non ci metteremmo a piangere sentendo una certa musica o vedendo una certa fotografia, ma queste impressioni giungerebbero a noi trasformate nella loro reale sostanza, scollegate da qualsiasi emozione od associazione mentale inferiore o negativa.

Pertanto, a nulla vale decapitare l’Ego se poi non siamo in grado di trasformare le impressioni: sempre altri Ego prenderebbero il posto di quelli eliminati e l’Essenza sarebbe sempre più da essi resa prigioniera. Se vogliamo veramente liberare l’Essenza e distruggere l’Ego in modo definitivo, dobbiamo aggiungere alla pratica della morte mistica quella della trasformazione delle impressioni realizzata di istante in istante. Di istante in istante ricordarci di noi stessi.

In più, le impressioni trasformate rappresentano il nutrimento fondamentale dei nostri Corpi Interni, che sono il veicolo della nostra Anima. Una impressione densa (esotericamente definita Si 48), adatta solo a nutrire un Ego, diventa adatta a nutrire il Corpo Astrale se viene trasformata in Si 24, o il Corpo Mentale se viene trasformata in Si 12, ecc. ecc..

Con la Trasformazione delle impressioni non solo dunque evitiamo di formare nuovi Ego, o di consolidare quelli esistenti, ma andiamo ad alimentare i Corpi Superiori Esistenziali dell’Essere.

 

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